Un significativo momento di evoluzione tecnologica della rete ferroviaria è stata l’attivazione dal 1980 del sistema C.T.C. (Controllo Traffico Centralizzato)
che ebbe la sua prima applicazione nella linea sarda Olbia Macomer e sulla cintura di Bologna interessando i primi 340 Km di linea ferroviaria. Successivamente il sistema C.T.C. è stato attivato su linee secondarie della Sicilia (Caltagirone-Gela e Scardia-Lentini), quindi su parte del Nodo di Genova, sulla tratta della direttissima da Chiusi a Roma, in Campania, Toscana, Liguria fino ad interessare a fine 1997 praticamente tutte le regioni italiane per circa 6.700 Km di rete ferroviaria (grafico 1). Ma qual è l’innovazione sostanziale del C.T.C.? In estrema sintesi tale sistema consente di poter regolare la circolazione dei treni e gestire tutte le
operazioni tecniche connesse, svolte normalmente in ogni stazione ubicata sulla linea ferroviaria dagli agenti addetti al movimento, da un unico Posto
operativo che sovrintende tratte di linea e comanda tali operazioni (aprire e chiudere i segnali, predisporre itinerari e istradamenti, comandare i
passaggi a livello,...) a distanza senza l’ausilio della presenza del personale in loco. Anche gli avvisi ai viaggiatori in stazione mediante messaggi
registrati sono comandati a distanza. L’automazione dei comandi e la loro attivazione.
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